Un saluto a tutti, buongiorno. Ho saputo solo ieri di questo bellissimo forum e dibattitto sul libro di Francesca Mazzucato e, lasciano perdere un esame che non mi interessa, arrivo e intervengo per forza. Premessa.
Mazzucato è una delle scrittrici che preferisco.
Insieme a Simona Vinci. Fra le scrittrici italiane sono quelle che amo davvero( ho 21 anni).
Se qualcuno guarda il mio scaffale di libri , quello virtuale, lo vede. Però qui ho letto commenti ad esempio di Laura Costantini che non conoscevo e che mi ha molto interessato. Mi ha fatto venire voglia di leggerla.
Ah, e anche seguo e ho letto Sabrina Campolongo.
Quindi diciamo Mazzucato e Vinci per ora.
Questo romanzo era fra i miei libri desiderati, poi l’ho preso e letto e, secondo me, è davvero uno dei suoi migliori. Forse il migliore, magari insieme a L’Anarchiste che a me è piaciuto tanto.
E’ così ricco come libro. Alla fine lascia il sapore piu bello, quello che ti fa venir voglia di ricominciarlo. Da capo
E’ una storia con quella malinconia che io cerco nelle storie.
Come dice la Mazzucato, le storie di perdenti raccontandole mettendosi dal loro lato hanno quella cosa. Quella cosa , “il fascino delle vite disperate” come diceva De Gregori. Credo.
Secondo me l’obesità è un pretesto e un elemento per arrivare alle cose che la nostra società nasconde.
Ho colto in questo libro certe riflessioni profonde, sconsolate e dure sul fatto di essere scrittori. Io non scrivo, ma leggo tanto. Secondo me sono vere, le condivido, ma quello che trovo incredibile è che diventano parte della narrazione.
Voglio dire, e mi fermo con l’elogio, tanto non sarò mai equa, che non è un libro pesante. Ha tutte queste possibili chiavi di lettura, nel frattempo racconta una storia che avvinghia. Chiunque, e io ho 21 anni e non l’età della Mazzucato, trova una piccola parte o magari grande in cui identificarsi. Almeno io l’ho trovata. In un’atmosfera, un dettaglio, un pezzo della vicenda famigliare. Fenomenale la descrizione della famiglia, di quando c’era la borghesia che non c’è più e di quando c’era il comunismo che non c’è più. Anche il finale. Veramente grande. Un colpo, non me lo aspettavo. Infatti l’ho ricominciato. Da capo. Non so cosa penserà Francesca, ma io da lettrice mi sento di interpretare i suoi libri, anzi voglio proprio farlo.
Secondo me fa questa cosa fondamentale. Con i debiti agli scrittori che ama le sue storie si sollevano dallo scontato. Non che siano necessari. Ma in lei sono una cosa che a me fa crescere. Tanti libri li ho letti perché ho letto debiti e riferimenti in lei( e anche in Simona Vinci, ad esempio nell’ultimo, dove dice che ogni libro ha più voci dentro) E’ questo.
Ho scoperto anche un editore dinamico che mi piace.
Confesso che non lo conoscevo e il fatto che sia qui a rispondere e a partecipare mi piace molto, come mi è piaciuto trovarlo su Anobii e anche disponibile. Secondo me così si fa editoria davvero bene.
Per concludere e scusate la lunghezza, complimenti a Massimo Maugeri. Mi piace impostare un blog così, era proprio quello di cui sentivo l’esigenza, uno scambio. I commenti sono bellissimi. Ogni commento mi ha fatto riflettere. Ora torno al mio esame di diritto privato. Ciao a tutti.